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Events & Exhibitions

Alberto Gianquinto

AlbertoGianquinto è un pittore veneto scomparso nel 2003, uno dei piùgrandi e prolifici del suo territorio,un artista appartato che hatraversato il secondo Novecento da una posizione che continua aopporre una resistenza irriducibile al tentativo di inserire la sua Arte in determinati filoni stilistici .

Arteficedi una pittura in cui il segno, luce e colore sono insieme intuizionelirica e struttura dell'opera. Gianquinto padroneggia e acuisceinfatti, in tutte le sue possibilità, come pochi artisti hannosaputo fare nel corso degli ultimi cinquant'anni, il senso profondodel colore, del segno, della forma. I suoi colori, i rapporti tonaliin cui li dispone, l'epifania di una forma, il tessuto dei segni cheinnervano le sue opere non hanno nulla di gratuito o di casuale

   comunicato stampa Alberto Gianquinto [68,88 Kb]

Alberto Gianquinto invito

Pier Luigi Olivi - Behind the curtain

Comesi può, dopo Auschwitz, dopo Gaza, dopo l’ultimo genocidio,desiderare ancora di suonare il violino o dipingere un volto? Questotuttavia, il destino dell’artista, di dover continuare a cantarelanciando suoni d’allarme, di e di attenzione. Perché il messaggio che proviene dalla “zona diinteresse” al di qua del muro di Auschwitz insegna che, piùefficace di ogni parola di Annah Arendt, il male ha il nostro stessovolto. C’è una nostra corresponsabilità su tutto ciò che staaccadendo nel mondo…

Leopere di Olivi non rispondono ai criteri di un giudizio estetico senon di riflesso: ciò che esse vogliono comunicare e condividere èun giudizio etico. Storico. Politico. Le “operette morali” diOlivi, di illuministica tradizione, percorrono un sentiero criticoche attraversa il territorio ammalato dell'Occidente: dalla crisipolitica e culturale dell’Europa alla responsabilità mondialedegli USA e, più in alto, al cielo stesso del Potere,dell’invisibile ma pervasivo potere del capitalismo.

   presentazione di Ernesto Francalanci [109,23 Kb]

Pier Luigi Olivi

F.Florian Steiner

Chi era Franz Florian Steiner
Un uomo del ’34, nato a Caserta, che gira il mondo intero, dal Belgio al Sud America, dal Giappone all’Australia, fi no a Tahiti, a volte vivendo con un solo dollaro al giorno o, più spesso, vendendo le sue foto. Poliglotta (parla 8 lingue), nel corso della sua movimentata vita incontra artisti di ogni tipo, frequentando a lungo alcuni di loro: da Henry Miller a Michelangelo Antonioni a Dalì, Picasso e ancora Paul McCartney, Jack Nicholson, Jean Paul Belmondo.
Personaggio eccentrico, dedito a uno stile di vita anticonformista e fuori dagli schemi, che purtroppo gli vale la defi nizione di “pazzo”, portandolo a conoscere più volte gli orrori del manicomio. Forse è questo, oltre alla sua ritrosia per ogni tipo di attività promozionale, uno dei motivi per cui in Italia il suo valore artistico non è mai stato preso in vera considerazione e la presenza in pubblicazioni o eventi è rarissima.
Il resto del mondo, invece, si accorge da subito del minuto uomo di Asolo: l’elenco di mostre in cui vengono presentate le sue opere è corposo. Musei come il MoMa di New York, il
Los Angeles County Museum of Art o la Fondation Maeght in Francia espongono ancora oggi sue fotolitografie.
Ad Asolo, nella casa acquistata per lui dal padre, con la speranza di indurlo a “mettere radici”, Steiner trascorre lunghi periodi, dedicandosi con passione alla creazione di
un giardino straordinario : un misto di rigore e pulizia zen tipica dei giardini giapponesi, bellezza e armonia dei templi balinesi e del selvaggio disordine delle foreste amazzoniche. Un luogo magico, che negli anni riceverà premi e riconoscimenti, in cui Steiner amava ricevere i numerosi amici, anche illustri, provenienti da tutto il mondo.
Proprio nella casa di Asolo vengono rinvenute le valigie riempite di rullini, negativi e stampe da cui provengono alcune delle immagini esposte alla mostra.

   Fotografia Florian Steiner [75,77 Kb]

Florian Steiner

Giuseppe Brombin - Lucio Groja - Jan Franzil

   comunicato stampa Brombin - Groja - Franzin [82,67 Kb]

Giuseppe Brombin - Lucio Groja - Jan Franzin

1972 - 2022. I primi passi, anni settanta.

Nel Novembre 1972, Flavio Stocco apriva a Mestre – Venezia la galleria Flaviostocco con una mostra di Alberto Gianquinto. Questo fu l'inizio di una lunga serie di mostre che continua tutt'ora. Divenne subito uno spazio espositivo molto seguito da tutto il panorama artistico –letterale veneziano e non solo, luogo di incontri di pittori, poeti eappassionati.

Nel1980 la galleria si spostò a Castelfranco Veneto(Tv) , dove ha continuato a proporre decine di mostre su importanti artisti italiani ed internazionali, dai maestri ai giovani artisti spesso contribuendo e collaborando alla realizzazione si eventi pubblici.

Nel 2000 si è affiancato al fondatore Flavio il figlio Jacopo Stocco che,successivamente, ha preso la direzione della galleria.


In occasione del cinquantesimo anno di attività, la Galleria Flaviostocco è lieta di proporre la mostra:I primi passi – anni settanta. Saranno esposte opere di alcuni artisti che frequentavano lo spazio nei primissimi anni di esordio quali : C.Balest -V.Basaglia - D.Boscolo Natta - E.Calabria- L.Candiani - L.Cobianco- V.Eulisse - B.Fullin - G.Gambino - A.Gianquinto – P.Guccione -C.Hollesch - O.Marabini - A.Pagnacco - V.Petrus - F.Quaresimin -E.Trevisan - E.Vedova - A.Viani - L.Zarotti – C.Zotti. Affianco alle opere, una selezione di fotografie dell'epoca fatte da Giuseppe Bruno, per documentare i protogonisti e lo spirito di quei momenti.


   Cinquantesimo della galleria Flaviostocco. 1972 -2022. I primi passi,anni 70. [95,78 Kb]

Cinquantesimo della galleria Flaviostocco. 1972 -2022. I primi passi,anni 70.

Salvino Boscolo

Salvino Boscolo
Verso il cielo. Immersioni.


16 novembre – 5 dicembre 2019
inaugurazione sabato16 Dicembre alle ore 18:00

Presentazione di Dino Marangon

Galleria Flaviostocco
Borgo Pieve, 21
31033 Castelfranco Veneto (TV)


In occasione del settantesimo compleanno del maestro, la Galleria Flaviostocco è lieta di proporre la mostra: Salvino Boscolo. Verso il cielo. Immersioni.

Da tempo. nelle sue opere, superando ogni passivo mimetismo, Salvino Boscolo invita i fruitori a una esperienza appropriata non solo delle nozioni e dati informativi, ma altresì dei mezzi, degli strumenti e delle modalità che cooperano a realizzare la ricchezza dell’immagine.
È la pittura, con il suo universo di scelte, di significati e di possibilità a consentire all’opera di costituirsi come autonomo frutto di un sempre rinnovato confronto tra gli innumerevoli stimoli offerti dal reale e l’azione demiurgica della soggettività creatrice dell’artista.
Sono tali prerogative infatti, a consentire alle emozioni, alle sensazioni, ai pensieri e alle idee di concentrarsi e di sciogliersi, di ristrutturarsi, di decantarsi e di prendere forma in un sempre nuovo organismo, in sempre nuovi accordi in cui profondità e superficie, sostanza ed esteriorità si fanno comunicanti, in un processo di continua osmosi.
Dopo aver preso spunto dall’ambiente a lui ben noto del fiume Sile, con le sue polle, le sue nascoste risorgive, il suo fluire silenzioso tra le rive folte di radici, di tronchi, di vecchie ceppaie, in un continuo a fondersi e avvicendarsi di sensazioni, stimoli percettivi sempre diversi, ricchi di segreti impulsi simbolici, Salvino, nelle sue opere più recenti è venuto approfondendo le sue indagini sullo scorrere del tempo e sulle molteplici eventualità del vivere,
Sono così venute alla luce le sue “Spiagge”: vaste illimiti distese nelle quali fanno la loro apparizione sconosciute presenze e vanno delineandosi misteriosi percorsi, indecifrabili direzionalità, sentieri  imprevedibilmente interrotti.
Non si deve tuttavia ritenere che la pittura di Salvino risulti appagata da riferimenti al solo mondo della natura, non meno importante,  e comunque inscindibilmente connesso, è infatti per lui l’impegno culturale e civile.
Profondamente colpito dalle terribili, reiterate notizie delle devastazioni di monumenti, di opere d’arte e di testimonianze storiche che purtroppo continuano a giungere da diverse parti del mondo, eccolo allora dar vita al significativo ciclo de “La bellezza violata”: dipinti caratterizzati come da misteriose scissioni e deflagrazioni di splendidi eloquenti esempi di creatività, ormai perduti per sempre.
Non si tratta tuttavia di attribuire solo ad altri la colpa di queste devastazioni, il male è infatti tra noi, dove va prendendo sempre più piede una pervasiva svalutazione della conoscenza, della salvaguardia e valorizzazione  del patrimonio artistico e in particolare delle risorse e delle modalità espressive proprie agli straordinari universi del disegno, della grafica e della pittura, se non addirittura, più in generale, va ormai imponendosi un vero e proprio disprezzo per ogni aspirazione a una formazione culturale vasta, multiforme e criticamente sedimentata.
L’opera forse di maggior impegno della presente occasione espositiva è un’originale omaggio di Salvino a una splendida tela di Giovan Battista Tiepolo: “La virtù e la nobiltà vincono l’ignoranza”, eseguita tra il 1744 e il 1755 per la decorazione di Palazzo Barbarigo a Santa Maria Zobenigo a Venezia e ora conservata nel Museo di Ca’Rezzonico.
Nel raffinato equilibrio della composizione, nella varietà della gamma cromatica, nella fragranza della materia pittorica, oltre che per i significativi contenuti simbolici, la libera reinterpretazione di Salvino si configura, nello stesso tempo, come una esplicita dichiarazione della sua volontà e del suo desiderio di rifarsi alla grande tradizione della pittura veneta, alle sue capacità di incorporare luce, spazio e colore in sempre nuove immagini aeree, aperte, dilatate ed effusive, nelle quali poter immergere i nostri sensi e il nostro animo: tutte caratteristiche che riconfluiranno variamente nel nuovo ciclo di opere “Verso il cielo”, nelle quali Salvino, tramite uno smaliziato uso delle stesure e delle superfici cromatiche e un sempre più sottile e abile impiego delle velature e dello sfumato sembra aprirsi ad una ancor più consapevole fiducia nelle capacità comunicative del dipingere, in grado, nonostante tutto, di farci ancora intravedere sempre nuove possibili occasioni di serenità di gioia.

   Boscolo comunicato stampa [102,33 Kb]

Salvino Boscolo