Celestino Vaglieri, all’anagrafe, Tino per gli amici, nasce a Trieste nel 1929, ma qui rimane solo qualche anno per trasferirsi prima a Roma e poi a Milano ove frequenta l’Accademia di Brera.
È di questo periodo l’incontro con Banchieri, Romagnoni, Ceretti, Guerreschi, Ferroni con i quali forma un sodalizio a partire dalla metà degli anni ’50.
Costoro scelgono, con l’avallo di critici come De Micheli e Valsecchi, il figurativo nel momento in cui esplode oltreoceano l’Informale.
Uomo non facile, prosegue poi da solo la sua ricerca poetica fondata sull’antinomia: vero della natura e violenza della storia. Così luoghi e situazioni diventano emblematici di un intenso vissuto esistenziale, che rende unitaria la sua poetica pur nella diversità delle sperimentazioni stilistiche e contenutistiche.
Suoi ideali maestri potrebbero essere un Sironi per consonanza di principi e un De Kooning insieme con la corrente Informale per la ricerca stilistica orientata sempre, però, all’analisi dell’equilibrio delle forme e dei colori.